Tra realtà e visione, l’artista esplora il paesaggio come forma di memoria e meditazione. Le sue vedute non ritraggono semplicemente la natura, ma la reinterpretano con una voce interiore, come eco di un mondo che sta scomparendo. È una pittura “dal vero”, sì, ma filtrata dalla distanza del tempo, dalla luce della riflessione e da una foschia poetica che dissolve i contorni, restituendo al visibile un’anima delicata.
Nel tratto e nella luce del pittore, colline, marine e borghi assumono la consistenza della reminiscenza: forme che affiorano come apparizioni, leggere, silenziose, capaci di evocare emozioni profonde. La materia si stempera, si alleggerisce, fino a sfiorare l’immateriale. Ogni paesaggio è una sospensione tra ciò che è e ciò che è stato, tra ciò che si vede e ciò che si sente.
L’artista rilegge la tradizione della veduta italiana con sguardo nuovo, consapevole della fragilità del paesaggio contemporaneo e dell’urgenza di proteggerne l’anima. Le sue opere si muovono tra spiritualità e contemplazione, richiamando il lirismo di un tempo perduto, come se ogni pennellata fosse un gesto di custodia, una preghiera visiva.
In queste atmosfere rarefatte, tutto si fa essenza: un fiore, un profilo, un monte diventano segni leggeri del nostro passaggio nel mondo, e ci invitano a vedere con altri occhi, ad abitare con rispetto il silenzio delle cose.